Angelo Vozzella – Ricchezza & Povertà
Ricorda.Nella vita puoi avere quanti soldi vuoi,ma se non hai i 5 cent. Per l’ascensore,le scal te le fai semp’a pper!
Ricorda.Nella vita puoi avere quanti soldi vuoi,ma se non hai i 5 cent. Per l’ascensore,le scal te le fai semp’a pper!
Hai guardato nelle tue tasche e non hai trovato più niente, ci sei rimasto male, hai pianto e hai bestemmiato, povero di soldi… hai dimenticato però di guardare dentro l’anima tua, dentro il tuo cuore… sicuramente scoprivi quanto sei ricco e quante lacrime hai versato inutilmente.
Ciò che par scontato,vale piùdi quel che par costoso.
In teoria dopo ogni rivoluzione i poveri dovrebbero essere sempre un po’ più ricchi dei poveri che li hanno preceduti, se così non è, significa che non si trattava di una vera rivoluzione.
Bisogna essere poveri il giusto e ricchi quanto basta per godere delle vere ricchezze della vita.
Vedo gente che si raduna davanti ai negozi per fare acquisti, ma i più desistono. Tantissimi saldi, pochissimi soldi, questo è il messaggio che mi proviene dagli occhi smarriti della gente. Noto sguardi disorientati, quasi il segno di un mondo che, se per alcuni prosegue indifferente il suo cammino, per altri invece ogni cosa perde valore. È il sintomo evidente di una crisi importante, ma anche di una disparità sociale ed economica molto accentuata dove spesso è l’uomo comune ad uscirne nobilitato, ad adottare le strategie più rassicuranti per tracciare i profili umani delle differenze in campo. Si consola pensando all’idea di una buona cena con gli amici o in famiglia, di un buon film al cinema, a quei precetti nostrani che odorano di tradizione come il ragù di carne la domenica.
Di là da certo segno, la ricchezza e la povertà hanno comune questa maledizione, che fanno dell’uomo uno schiavo.
Hai guardato nelle tue tasche e non hai trovato più niente, ci sei rimasto male, hai pianto e hai bestemmiato, povero di soldi… hai dimenticato però di guardare dentro l’anima tua, dentro il tuo cuore… sicuramente scoprivi quanto sei ricco e quante lacrime hai versato inutilmente.
Ciò che par scontato,vale piùdi quel che par costoso.
In teoria dopo ogni rivoluzione i poveri dovrebbero essere sempre un po’ più ricchi dei poveri che li hanno preceduti, se così non è, significa che non si trattava di una vera rivoluzione.
Bisogna essere poveri il giusto e ricchi quanto basta per godere delle vere ricchezze della vita.
Vedo gente che si raduna davanti ai negozi per fare acquisti, ma i più desistono. Tantissimi saldi, pochissimi soldi, questo è il messaggio che mi proviene dagli occhi smarriti della gente. Noto sguardi disorientati, quasi il segno di un mondo che, se per alcuni prosegue indifferente il suo cammino, per altri invece ogni cosa perde valore. È il sintomo evidente di una crisi importante, ma anche di una disparità sociale ed economica molto accentuata dove spesso è l’uomo comune ad uscirne nobilitato, ad adottare le strategie più rassicuranti per tracciare i profili umani delle differenze in campo. Si consola pensando all’idea di una buona cena con gli amici o in famiglia, di un buon film al cinema, a quei precetti nostrani che odorano di tradizione come il ragù di carne la domenica.
Di là da certo segno, la ricchezza e la povertà hanno comune questa maledizione, che fanno dell’uomo uno schiavo.
Hai guardato nelle tue tasche e non hai trovato più niente, ci sei rimasto male, hai pianto e hai bestemmiato, povero di soldi… hai dimenticato però di guardare dentro l’anima tua, dentro il tuo cuore… sicuramente scoprivi quanto sei ricco e quante lacrime hai versato inutilmente.
Ciò che par scontato,vale piùdi quel che par costoso.
In teoria dopo ogni rivoluzione i poveri dovrebbero essere sempre un po’ più ricchi dei poveri che li hanno preceduti, se così non è, significa che non si trattava di una vera rivoluzione.
Bisogna essere poveri il giusto e ricchi quanto basta per godere delle vere ricchezze della vita.
Vedo gente che si raduna davanti ai negozi per fare acquisti, ma i più desistono. Tantissimi saldi, pochissimi soldi, questo è il messaggio che mi proviene dagli occhi smarriti della gente. Noto sguardi disorientati, quasi il segno di un mondo che, se per alcuni prosegue indifferente il suo cammino, per altri invece ogni cosa perde valore. È il sintomo evidente di una crisi importante, ma anche di una disparità sociale ed economica molto accentuata dove spesso è l’uomo comune ad uscirne nobilitato, ad adottare le strategie più rassicuranti per tracciare i profili umani delle differenze in campo. Si consola pensando all’idea di una buona cena con gli amici o in famiglia, di un buon film al cinema, a quei precetti nostrani che odorano di tradizione come il ragù di carne la domenica.
Di là da certo segno, la ricchezza e la povertà hanno comune questa maledizione, che fanno dell’uomo uno schiavo.