Anna Rita Rossi – Vita
Come facciamo a risponderci a un “Come stai?”. È passata troppa vita.
Come facciamo a risponderci a un “Come stai?”. È passata troppa vita.
Chi sa aspettare la sorte rinsalda il proprio destino. Chi invece di fronte alla caducità della vita non domina il sentimento, spreca la sua esistenza oscillando tra sfrenata allegria e profonda tristezza, perdendo se stesso.
All’età di cinquant’anni ogni uomo ha la faccia che si merita.
Tutte le persone hanno qualcosa da insegnare: alcune sono l’esempio pratico di come si deve essere; altre sono l’esempio vivente di come non si deve essere.
Avevo vergogna di camminare a piedi nudi finché non ho visto un uomo senza piedi…
Ciò che non si sa, non può fare del male.
Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare. I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo. Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato. Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere. Esso richiede l’attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura.I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l’un l’altro, perché nella storia di ogni pianta c’è la crescita della Terra intera.