Annamaria Crugliano – Società
Perché mi devo vestire bene? Cos’è questa gentilezza nei confronti altrui?
Perché mi devo vestire bene? Cos’è questa gentilezza nei confronti altrui?
Arbeit macht frei. Se almeno non ci fosse tanto freddo. O tanta fame. Se le ali di tutto ciò che vola avessero conservato i colori, la leggerezza. Le gole il canto, i viottoli i piccoli rumori del giorno. L’odore del caffè, della zuppa di cavolo, del miele pronto per i dolci. Se ci fossero ancora le ragazze di maggio, gonne svolazzanti, gambe snelle al volteggiare di danza. E i ragazzi timidi e sfrontati, giovani cervi a misurare il palco delle muschiose corna, tra risate e urti di spalle. E i bambini, i loro trilli e cinguettii, il loro pianto di capriccio, l’urlo del mal di pancia e le madri, carezze e balbettii di zucchero, calore di seni turgidi e profumo di sapone Quanto silenzio invece rotto da respiri in rantolo, da voci secche, strusciar di piedi e tosse. E l’odore che regna sovrano è nel grigio fumo dei camini.
Il vero nudo sta nell’anima.
Cos’è il popolo se non quello che noi crediamo che sia? Ma è un boomerang, ci si ritorce sempre contro, com’è giusto che sia.
Il mio amore è privo di visioni umane.
Quando la legge è soddisfatta, la società non lo è, essa conserva le sue differenze, e fa di tutto per giustificarle a sé stessa; essa rende il forzato liberato un essere impossibile; essa deve rendergli tutti i suoi diritti, ma gli interdice di vivere in una certa zona.
Il numero di donne che civetta con il proprio marito a Londra è assolutamente scandaloso. Sta così male! È proprio come lavare i panni sporchi in pubblico.