Annamaria Crugliano – Tristezza
Non amandomi mi farai vedere vedere il buio di uno scorpione letale.
Non amandomi mi farai vedere vedere il buio di uno scorpione letale.
Più compagnia aumenta la felicità, ma non allevia né fa diminuire la tristezza.
A volte la tristezza pare ossessionata da me; così senza motivo mi segue mi perseguita a volte si attacca così forte a me da togliermi il respiro, poi capisco, aspetta solo che io la guardi negli occhi e le dica “cosa vuoi da me?” E lei piano piano svanisce come nebbia.
Quando dai tuoi occhi scenderà la pioggia, non mi basterà nemmeno un ombrello grande come il mondo per coprirmi dalla tristezza.
Sono inciampata e ho vacillato mi sono aggrappata a “qualcosa” che credevo solido, sono andata avanti zoppicando finché sono nuovamente inciampata e caduta. Come una bambina ho pianto, ma non piangevo come una bambina, perché il dolore che sentivo era il mio cuore di adulta andare in pezzi, frantumato dalla mia stessa vita che sembrava non appartenermi più. Consolavo quel frenetico battito accarezzandolo cercando nelle pieghe della mia mente qualcosa che sapesse di buono. Quanto amaro in bocca! Ho maledetto e leccato le mie lacrime, ognuna una ferita a solcarmi l’anima di sale, le mie spalle come ali impazzite cercavano di spiccare il volo per respirare, per andare lontano con il pensiero. Qualcosa di buono! Strisciando verso il fondo mi sono spogliata della mia corazza, forse fasulla, non sono io il centro del mio mondo. Qualcosa di buono, ed eccolo! Un viso, i miei stessi occhi, la parte migliore di me. La continuità della mia vita.
L’infelicità è per il nostro animo il calore che lo mantiene tenero.
Il problema non è farsi del male, ma fare del male. Su di me so misurare e sopportare l’intensità di ogni dolore, ma donarlo ad altri è altra cosa.