Anonimo – Comportamento
La libertà di parola è espressione di libero pensiero non di parole in libertà.
La libertà di parola è espressione di libero pensiero non di parole in libertà.
Aveva sempre creduto che il loro, fosse un rapporto speciale, magico. Uno di quelli che non puoi etichettare, che quando ti chiedono ‘ma lui chi è? ‘ tu non riesci a rispondere, perché in fondo neanche tu, ne tanto meno lui, sai di cosa si tratta. Il loro era un rapporto usa e getta, ma infinito. Fatto di promesse (infrante, ma questo era sempre una sorpresa nonostante fosse consuetudine), sussurri d’amore, urli d’odio, canzoni dedicate prima di fuggire, canzoni per perdonarsi, canzoni, cazzotti, risate e lacrime. Si dicevano addio, magari non parlavano per giorni, settimane, mesi; ma prima o poi o l’uno o l’altro tornava. E bastava un ciao che tutto riesplodeva. Si riprendeva a parlare assiduamente, rendendosi conto che il tempo passato non aveva allontanato, anzi. E ci si riprometteva che non sarebbe più successo. E poi risuccedeva. Lei ci credeva davvero, che lui era speciale; che lui era come lei. Ma se c’è una cosa che solo ora può capire, è che nessuno sarà mai come lei. Lui non è mai stato come lei, lui era un coglione qualunque che non tornò più; che se tornava era solo per noia. Finzione. Ecco cos’era il loro rapporto. Nient’altro.
La gente pretende di insegnarmi a vivere, di avermi come vogliono, di potermi gestire come un burattino e quando capiscono che non ci riusciranno mai se ne vanno. Sapete cosa vi dico? Io me ne frego di loro, della loro ipocrisia, se ne vadano pure, io sto molto meglio senza loro. C’è più spazio.
Riempiamo il nostro cuore di bene e il male non vi troverà posto.
La disperazione è la conclusione degli stolti.
Perché poi tutta questa necessità di paragonarci continuamente agli altri? Sembra quasi che troviamo necessario nutrirci dell’infelicità, o viceversa dei successi, altrui. Dovremmo imparare ad essere felici per ciò che abbiamo ed a non misurare continuamente il nostro valore in base ad un metro che non ci appartiene.
Il genere umano ha il grande difetto di confondere l’essenziale con l’ovvio, l’improbabile con l’impossibile.