Giovanni Gaggino – Antichi aforismi
Qualunque persona dovrebbe conoscer la base della propria esistenza: senza una base la vita manca di sostegno.
Qualunque persona dovrebbe conoscer la base della propria esistenza: senza una base la vita manca di sostegno.
L’uomo moderno progresso, con questo porta seco tutto nuovo; cammina in un sentiero non percorso.
Un governo che vuol far felici i suoi sudditi con la troppa libertà, è nell’inganno; perché la troppa libertà li fa contenti e rivoltosi.
Bisogna saper distinguere la sapienza dell’uomo da quella della natura: la sapienza dell’uomo è il risultato di uno sforzo intellettuale, che lo conduce verso il sublime; la sapienza della natura è l’armonia del creato che forma l’ammirazione universale.
È più facile pensar giusto che agir giusto.
Grand’uomo e quegli che fa cose degne d’esser scritte, e scrive cose degnissime d’esser fatte.
Chi vuol essere supportato unicamente, e non sopportare, può andare in cerca dell’isola di Robinson ed ivi abitar, se la trova.
Sii civile, ma non affettato; cortese, ma non troppo cerimonioso; penetrante, ma non sottile; diligente, ma non minuto; complice ma non sciocco.
Il giuoco vizioso mostro di molti ceffi. L’accanita avarizia; l’ira sregolata, impetuosa, e frequente; il pericolo di ingannare e frodare, ed esser ingannato e frodato; la perdita lagrimevol del tempo; i dispiaceri occorrendo, degli amici; il pregiudizio della sanità, lo scialacquo per lo più, del perduto non solo ma ancor acquistato denaro: sono i ceffi di questo mostro.
Dio è rettitudine. Parlando di Dio, invocando Dio, pregando Dio, tutto è subordinato al sentimento della Rettitudine. Volendo far Dio strumento degli uomini vale negarlo.
L’uomo inventa anche una minima cosa, si eleva al disopra degli altri.
Gli egoisti sono poveri maestri nell’arte di godere, ignorando la gioia del dare e del darsi.
Nulla è che tanto impedisca la felicità quanto un desiderio smodato e un soverchio studio di procacciarla.
Ciò che una generazione imparò a caro prezzo, la susseguente disimpara celiando.
Quale è proprio la natura dell’ingrato?Ella è di scordarsi i vecchi beneficii, se del continuo non ne riceve de’ novi.
Che cosa è il vino?Egli è la morte della memoria e il veleno dell’uomo, per cui si corrumpe l’età, e si perde il fiore della bellezza.
Dove si dee ispezialmente serbare il silenzio?Tra i biccieri, e fra le splendide vivande.