Marco Alberici – Antichi aforismi
Educare bene una nazione non importa niente meno, e gettare i veri fondamenti della sua grandezza, e della sua gloria.
Educare bene una nazione non importa niente meno, e gettare i veri fondamenti della sua grandezza, e della sua gloria.
Meglio non fare il bene e farlo e poi pentirsi d’averlo fatto.
Non è tanto nostro amico chi compiange le nostre disgrazie, quando chi non invidia le nostre fortune.
Piacerà sempre poco agli altri ci piace troppo se stesso.
La sagacità della mente è il maggior dono che ricever possa un uomo del Cielo.
Gli uomini prudenti sono piuttosto fatti per non incontrare dei disgusti, che per aver dei piaceri.
Governar con saviezza, protegger la religione, far regnare la giustizia, incoraggire le scienze e le arti, procurava la pace e l’abbondanza, ecco l’idea d’un eroe, d’un principe degno di comandare sulla terra.
Una grave disgrazia che affligge l’umanità si è che gli uomini credono sia vero soltanto quello che pensano.
Tutte le esperienze hanno il tempo per loro padre; ma la più perfetta è quella del tempo disastroso e cattivo.
Non si può asserire che non si ami molto, o non si stimi e cerchi assai, quel che si compera a grandissimo prezzo.
Petto pei lottatori, braccia per gli soldati, vidi per li cursori, lingua per gli oratori, fantasia pei poeti, ingegno per gli filosofi, giudizio per tutti.
Niente per violenza; niente per finzione; niente per imprudenza; niente temerariamente; e niente per negligenza.
Non è sperabile di ottenere confidenze per forza; non è impossibile di ottenerne per industria; non è lecito di ottenerne delle pericolose per l’anima.
A questo mondo, in vari incontri, è sapienza di non sapere alcune cose; è prudenza il dissimularne molte; magnificenza di dimenticarsene moltissime.
La troppa sicurezza è madre della negligenza; ed il timore discreto è il padre dell’attenzione.
Le menti servilmente imitatrici dansi frequenti; le imitatrici nobilmente incontransi rare; ma le imventrici sono rarissime.
È la noia un sentimento proprio dell’uomo socievole (ignota affatto al selvaggio) di cui la sola occupazione può liberarlo, o almeno alleggerire i suoi colpi.