Antonella Coletta – Stati d’Animo
Una parte di noi muore di nostalgia, mentre l’altra lotta per “arraffare” uno spicchio di felicità.
Una parte di noi muore di nostalgia, mentre l’altra lotta per “arraffare” uno spicchio di felicità.
Anche se non scrivo come una vera scrittrice, mi piace scrivere. Sì, mi piace perché posso scrivere tutto ciò che mi passa per la testa, tutto ciò che mi rappresenta, le mie emozioni, i miei momenti più bui, le mie preoccupazioni, i miei difetti o i miei pregi e tante, ma tante altre cose, senza aver paura di nessuno, senza giudizi o senza vergogna.
Nella mia mansarda mi metto spesso davanti alla bocca dell’abbaino, solo per vedere le nuvole. Perché allora sento che sono ancora viva.
Non odiare, che ti fa male il cuore. Impara ad amare, ciò ti renderà felice.
Sono tante le “batoste” del cuore, le botte prese ad occhi chiusi, che lasciano senza fiato. Che stringono i sogni e vorrebbero soffocarli. Non sono il tipo di persona che si accontenta, che alla fine cede. Mi arrendo di fronte alle belle emozioni, quelle che mi affondano non lo fanno mai del tutto. Si cade col cuore, e spesso. Ci si fa male. La risalita poi, sarà più dolce.
Non chiedo al vento perché urla o alla neve perché si scioglie al primo sole che porta con sé troppe magagne. Mal sopporto le domande inutili. Mi godo risposte casuali, difficilmente interpretabili e poco chiare, neppure dette, solo intuite, di quelle che tengono in sospeso nella trama intricata dei “forse”. Sono quelle che non mi stancano mai. Tutto il resto è, spaventosa, noia.
Era rimasto solo, senza soldi e senza più desideri. Era l’ora forse di andare a dormire sotto al ponte scoperto della notte, dove le anime attraversano i cuori colpiti dalla vita, e dalla malinconia del sogno.