Antonella Gullì – Desiderio
Navigo un oceano sconosciuto, l’onda è travolgente. Percepisco l’ebrezza dell’essere. Mi adagio sulla nostra complicità, il tempo di accogliere è immaturo.
Navigo un oceano sconosciuto, l’onda è travolgente. Percepisco l’ebrezza dell’essere. Mi adagio sulla nostra complicità, il tempo di accogliere è immaturo.
Vorrei tornare ai miei dieci anni in collegio dove tutti mi dicevano cosa dovevo fare… puntualmente non obbedivo ma era tale la soddisfazione.
I tuoi morsi stuzzicano il mio piacere portandomi alla soglia della follia di raggiungere quell’esplosione di piacere.
È meglio essere una nullità nel regno metafisico dei morti, che qualcheduno nel regno terreno degli stupidi.
Lo spettacolo ha inizio quando capirai che il palcoscenico è la tua vita, è il e il copione sono tuoi desideri.
Quando desideri davvero qualcosa, ti accorgi che ciò che credevi impossibile o impraticabile, in realtà lo era soltanto nella tua mente.
Voglio essere mani e sudore che lascino solchi sulla pelle, una carezza e un orgasmo al cuore, tenerezza e dolcezza, un graffio che ti devasta dentro. Voglio essere gelosia che ti avvelena, ti sfianca. Ti fa perdere la ragione e ti piega in due, non ti fa dormire la notte. Essere stilla di sangue che cola lentamente, ti corrode l’anima, ti scorre in vena senza sosta e pulsa. Voglio essere tempesta e impeto di vento, attraversarti il respiro, lasciarti senza fiato. Voglio essere desiderata, rincorsa, presa e sbattuta nei tuoi sospiri. Essere amata e odiata come femmina e donna, la tua.