Antonio Cuomo – Ricordi
Fanculo a me che ricordo ancora te. Neanche immagini quanto ti ho amato in segreto, senza dirlo a me stesso.
Fanculo a me che ricordo ancora te. Neanche immagini quanto ti ho amato in segreto, senza dirlo a me stesso.
Siamo convinti che guardando più in là troviamo di meglio, ma non è così, la vita che ci appartiene è intorno al nostro essere.
In un mondo di copia incolla è immenso valore essere l’originale. Sii te stesso!
Cos’è un albero? L’albero è una divinità, una congiunzione tra l’essere e il divenire. Perché l’albero ha radici che si nutrono di solide realtà, mentre i suoi rami carezzati dal sole e annaffiati dalla pioggia, respirano tutti i nostri aliti, conoscono ogni nostro desiderio, che librandosi nell’aria, cullati dal vento, li distendono fino al cielo.
Avete mai provato a sfogliare la vostra vita all’indietro così come se fosse un album fotografico? Così che ogni istantanea di un periodo della tua vita in particolare, triste o felice che sia, di un luogo, lontano o vicino che sia, e di una persona cara od odiata che sia, per un secondo ti perfora la testa di ricordi, di emozioni, di nostalgie, come una sbronza andata a male che non ti riesce di curare.
Le gengive sanguinanti, le unghie mangiucchiate e i sorrisi sempre spenti, e la voglia di ubriacarsi e sniffarsi un qualcosa. Una voce sempre acuta e lo stomaco sempre chiuso, ma nessuno mi capiva. E le braccia sempre dolorose ed il rossore mai scompariva. E a nascondermi da tutti e tutto perché la paura non mancava quasi mai; solo quando chiudevo i miei occhi potevo essere tranquilla, serena piuttosto felice! Allora, ancora, i sorrisi allegri e smaglianti, e le unghia lunghe e fine, e la voce solare e aperta e le braccia già guarite; solo il cuore rimase uguale a mangiar solo bugie.
È sbagliato andare dietro alle persone, soprattutto a chi non si accorge della nostra presenza, inutile seguire chi non ferma la sua andatura per aspettarci, perché tiene a noi solo chi inverte il suo cammino e arriva incontro.