Antonio Cuomo – Stati d’Animo
Ti rimane, non quello che stringi tra le mani, ma quello che porti al cuore.
Ti rimane, non quello che stringi tra le mani, ma quello che porti al cuore.
Anche i forti si fermano per un po, stanchi di essere forti, stanchi di tenere sempre la testa in alto. Almeno per un attimo hanno bisogno di abbassare la guardia, sentire una mano sulla spalla, una mano di conforto e una parola. Anche i forti sanno piangere, hanno imparato mentre erano forti, in silenzio, con il sorriso sulle labbra e con il cuore a pezzi. Anche i forti hanno bisogno di chiudere gli occhi per un po e sognare, non una battaglia con la vita ma sognare quell’attimo di normalità, sorridere con il cuore e sentirsi protetti da qualcuno, o da qualcosa.
Le persone crescono, e spesso smettono di crescere insieme. Alcune non si ritroveranno mai più, altre invece saranno ignare di aver intrapreso lo stesso cammino, e un bel giorno si ritroveranno insieme a percorrere la stessa salita.
Vivo cercando nell’aria il soffio dell’amore, visitando ad occhi socchiusi il profondo del vento che ti avvolgeed ascoltare dentro le fessure della vita l’eco della verità, brezza che innalza lo spirito che eleva la dimensione dell’essere vestendolo di pace nella trasparenza di un pieno fatto di energie dove trascorre il tempo che vivo, e nella misura di uno spazio si trasforma la realtà che apre la porta alla tua coscienza in un mondo quasi irreale i raggi di un sole che abita dentro te, vibrando nei pensieri un soffio di luce.
Di quell’amore non amai più nessuna.
Abbiamo bisogno di risvegli dolci, di “buongiorno” che sappiano di casa e coccole. Di sorrisi e silenzi che parlino più forte delle parole. Che arrivino dentro e si adagino lì, sul cuore. Abbiamo bisogno di aprire gli occhi e sentire una mano accanto, una carezza, un semplice gesto. Di scendere dal letto col piedino giusto e sorridere piano e sempre. Allora sì che inizierà a filtrare un raggio di sole.
Non chiedo al vento perché urla o alla neve perché si scioglie al primo sole che porta con sé troppe magagne. Mal sopporto le domande inutili. Mi godo risposte casuali, difficilmente interpretabili e poco chiare, neppure dette, solo intuite, di quelle che tengono in sospeso nella trama intricata dei “forse”. Sono quelle che non mi stancano mai. Tutto il resto è, spaventosa, noia.