Antonio Cuomo – Tristezza
Che dolore desiderare per chi non ha cielo nemmeno per sognare.
Che dolore desiderare per chi non ha cielo nemmeno per sognare.
Ed è proprio la sera che i miei pensieri volano. Non riesco a prender sonno. La tristezza fa da padrone. Penso a tutto quello che mi succede a tutto quello che vorrei, e le lacrime incominciano a scendere senza che me ne renda conto. Il mio cuore è triste. Triste perché sei lontano, perché la distanza ci divide. Vorrei fossi sempre vicino a me. Mi manca tutto di te. Mi manca il tuo viso, mi manca il tuo sorriso, mi manca il poterti stringere forte a me, mi manca poterti guardare negli occhi e dirti ti amo.
Gocce di pioggia come lacrime di ferite che non si rimargino, lacrime che cadono come la pioggia incessante e formano un lago dove si riflette i ricordi della memoria.
Com’era facile da piccola far sparire i dolori. Mi sedevo in un angolo per terra e abbracciavo le mie ginocchia, poi piangevo. Un pianto disperato e liberatorio. Alla fine si tirava su il naso e si pensava: beh, non sarà la fine del mondo. Adesso è tutto maledettamente complicato, così complicato che preferisci pensare che sei troppo grande per abbracciare le tue ginocchia, invece di ammettere che adesso, non sei più in grado di tirare su col naso e andare avanti.
Ti prego, ti supplico, basta con le bugie, il mio cuore e la mia anima non reggono più!
Finalmente ho capito. Il mio concetto di essere solo non significa essere senza persone intorno, ma essere senza avere accanto a me la donna che amo. Posso essere in piazza del Duomo a Firenze, sarei comunque solo. E visto che sei tu la donna che amo, solo significa essere in qualsiasi posto e con chiunque senza te al mio fianco.
Il problema è un problema che porta problemi e risulta 1 problema molto problematico!