Antonio Curnetta – Stati d’Animo
Non sono mai solo la notte. Abbraccio chi non c’è. Ascolto la voce di chi ho perduto. Stringo le mani di chi mi manca. Vivo la vita che non ho.
Non sono mai solo la notte. Abbraccio chi non c’è. Ascolto la voce di chi ho perduto. Stringo le mani di chi mi manca. Vivo la vita che non ho.
Non perdono i tradimenti. Non accetto i periodi di pausa. Non voglio avere a che fare con uomini confusi. Non parlo con chi dice di essere amico e dopo ti tradisce alle spalle perché io credo ai sentimenti sia di amicizia che d’amore e non gioco per mettermi in mostra. Anche perché è sugli zerbini che ci sta scritto “Welcome” e non di certo il mio nome.
Senza te mi sento come una rosa senza petali, e ricca di spine…
La felicità spinge al suicidio quanto l’infelicità, anzi ancora di più perché amorfa, improbabile, esige uno sforzo di adattamento estenuante, mentre l’infelicità offre la sicurezza e il rigore del rito.
Credo che prima o poi verrò perdonata. Perché la metà dei miei sbagli li ho commessi per amore e l’altra metà, anche.
Un pensiero, un dolce pensiero io vorrei, pensiero di poesia, che risvegli in me la voglia di dare colore alla anima mia, per far sparire quella voglia di essere legata ad uno spazio dei tempi inesistenti al cuore e non all’anima, un pensiero un unico pensiero io vorrei, vorrei un dolce pensiero che abbia l’essenza di poesie. Quella magia che ridoni colori all’anima mia!
Mi chiusi in me e gettai la chiave in un pantano di solitudine. Puoi vederli ancora i graffi delle mie unghie, consumate sulla porta del tempo. Una notte, senza il calore di un perché, respirai il coraggio della fuga, soprattutto da me stesso.