Arnold Bennett – Matrimonio
Fare il marito è un lavoro a tempo pieno.
Fare il marito è un lavoro a tempo pieno.
Ho letto in un libro “prima di legarvi finché morti non vi separi, conoscetevi a fondo”. Oggi al giorno d’oggi questo è possibile. Tutti sono più liberi. ” Questa osservazione sembra più che corretta, ma allora la domanda sorge spontanea, perché mai le famiglie durano sempre di meno?
Il matrimonio basato sul sesso ha le fondamenta sulla sabbia.
Evoluzione o involuzione?I nostri trisavoli erano ancora i “capibranco” della famiglia e le nostre trisavole le “regine” del focolare domestico. Nonostante fosse unicamente l’uomo a decidere, da solo, chi prendere come moglie; nella quasi totalità dei matrimoni così contratti, regnava concordia, armonia, rispetto, protezione e amore. Già le femministe di allora hanno iniziato una lotta continua per “detronizzare” la posizione del maschio riuscendo, un poco per volta, a trasformare i “capibranco” in “ultime ruote del carro”.Oggigiorno separazioni, divorzi, battaglie legali e completo sfascio delle famiglie sono le conseguenze; quindi ne vinti ne vincitori, ma tutti perdenti.
Se uno ti porta via la moglie non c’è miglior vendetta che lasciargliela.
Il destino, non so se ci sia o no, ho sempre pensato che la vita è come te la crei. So solo che a volte capita, per coincidenza o meno, che due persone si incontrino e segnino inevitabilmente e profondamente l’una la vita dell’altra, succede anche che si dividano, ma il legame che hanno creato è talmente forte, che non si spezza. Anche se litigano, si allontanano, sanno sempre che quella persona speciale, è parte della loro vita. Il loro porto sicuro, e per paura della sicurezza a volte, se ne vanno per mare, dicendo che non serve un porto dove poter tornare, ma alla fine è sempre lì che tornano, si avventurano in mare come Ulisse, alla ricerca di qualcosa che manca nella loro vita, ma poi si rendono conto che tutto quello che gli serve già ce l’hanno a casa loro, nel loro porto sicuro. E così come Ulisse tornò a Itaca da Penelope, così i nostri viaggiatori tornano al loro porto sicuro, l’unico posto che realmente amano, anche se a volte sembra impedirgli il volo, l’unico posto in cui sanno che verranno realmente amati.
Parlare di “matrimonio gay” in riferimento al Diritto Naturale suona come una forzatura, quasi bigotta, poiché motivata semplicemente da una tradizione linguistica – e sociale – che non è in questo caso sorretta dalla conoscenza dei presupposti del “matrimonio”. Ciò non significa che sia (o che debba essere) vietata l’unione omosessuale, ma che la definizione “matrimonio” le calzi stretta.