Carmelo Bene – Arte
Non essere più là dove io mi stavo, eccolo il miracolo.È un infinito che si ripete.
Non essere più là dove io mi stavo, eccolo il miracolo.È un infinito che si ripete.
Chi dice d’esserci, è coglione due volte:primo perché si ritiene Iosecondo perché è convinto di dire;terzo perché è convinto di dire quel che pensa.Lacan ha insegnato:”Il significato, è un sasso in bocca al significante”.
Vorrei vivere in un quadro di Monet.
Detesto non solo le celle della prigione, ma anche quelle dell’arte, dove si sta in pochi o da soli, sono per la chiarezza senza ombre del sole allo zenit, che non nasconde nulla del bene e del male. Se la poesia regge a questa gran luce, allora è vera poesia.
L’ingegneria non è l’arte di costruire. È invece l’arte di non costruire: cioè, è l’arte di fare bene con un dollaro quello che un qualunque pasticcione potrebbe fare con due.
In arte è meglio una finzione vera che una verità finta.
La letteratura, come tutta l’arte,è la confessione che la vita non basta.
Il demone razionale e livellatore definito “mercato” contro l’eroe forse un po’ imbolsito che rappresenta la creatività individuale.Una battaglia che definire senza tempo sarebbe pura utopia.Una battaglia che definire impari è semplice normalità.Una battaglia che definire chiusa è assurda e conformistica eresia.
L’arte è quasi sempre decorativa, consolatoria, Di quest’arte qui non so che farmene.
L’artista è talein quanto uomoNon il contrario.
Tutto nella vita è bellezza, persino il dolore.
L’arte è il soffio dell’immaginazione sulla pagina dei pensieri.
La maggior parte delle persone per essere degli artisti devono avere un subbuglio interiore.
Il dolore ha più inchiostro dell’amore.
Giuseppe d’Agata ha uno svariato approccio all’arte: ludico, impegnato, sperimentale, incuriosito.
La Gioconda di Leonardo non è altro che un migliaio di migliaia di tocchi di colore. Il David di Michelangelo non è altro che un milione di colpi di scalpello. Noi tutti siamo un milione di pezzetti assemblati nel modo giusto.
Userò il mio giardino come una scatola di colori, una tavolozza e una tela, sperimenterò le combinazioni più varie di piante per i colori dei fiori, la tessitura del fogliame e il loro portamento. (…) Non farò nessun tentativo di ottenere un qualche effetto generale perché si tratterà di un museo vegetale personale,… della mia galleria di forme naturali, un terreno di sperimentazione dal quale continuerò ad imparare.