Barbara Goti – Libri
Desideravo qualcuno che non mi imponesse di essere forte ad ogni costo, perché anche le montagne a poco a poco si sfaldano.
Desideravo qualcuno che non mi imponesse di essere forte ad ogni costo, perché anche le montagne a poco a poco si sfaldano.
Come una stella cadente è sceso dal cielo e ci siamo incontrati.
Avrebbe preferito che tutto questo non fosse successo.Invece, le cose succedono.Si dicono parole che lasciano dietro conseguenze e significati. Si fanno gesti che possono ferire, per volontà espressa o per leggerezza.O per il semplice timore di essere feriti.
“Che bei fiorellini azzurri”.”Stai guardando il fiore del futuro” disse Donald, il Direttore Esecutivo della comunità Nuovo Sentiero. “Ma non è per te.””Perché non è per me?” domandò Bruce.”Perché ne hai già avuto, e in gran quantità” rispose il Direttore Esecutivo.
Partiamo da un’impressione assai diffusa, magari superficiale, ma legittima: ci sono oggi molti gesti, per anni appartenuti alle consuetudini più alte dell’umanità, che, lungi dall’agonizzare, si moltiplicano con sorprendente vitalità: il problema è che in questo fertile rigenerarsi, sembrano smarrire il tratto più profondo che avevano, la ricchezza a cui erano in passato arrivati, forse perfino la loro più intima ragione d’essere. Si direbbe che vivano a prescindere dal loro senso: che avevano, e ben definito, ma che sembra essere diventato inutile. Una perdita di senso.
La sensazione di essere venuto sulla terra per qualcosa di speciale, che provava da piccolo, non era ancora completamente svanita.Ma si stava dissipando e diventava trasparente nelle vene.Non gli pulsava più nel corpo.Non si sentiva più animato da quell’idea di finalità che l’aveva accompagnato in passato. Ora provava un senso di disperazione.La mia infanzia è stata bella, pensò.E l’adolescenza… avrei potuto superarla.Avrei potuto affrontarla se solo avessi continuato a credere che dopo l’infanzia, dopo l’adolescenza, ci sarebbe stato qualcos’altro di mio nella vita, qualcosa che avrei potuto fare con le stesse mani, e alla fine avrei potuto dire: ecco cosa ho fatto della mia vita. L’ho plasmata in questo modo.Speranza.In quella fredda domenica di sole Alexander sentiva di non avere più alcuno scopo.La sensazione che provava un tempo era svanita, sconfitta.
Edward baciò Renesmee sulla fronte e sulle guance, poi la sollevò per issarla sulla schiena di Jacob. Lei salì con agilità, tenendosi alla sua pelliccia, e trovò posto facilmente nell’incavo fra quelle enormi scapole.Jacob si girò verso di me, gli occhi espressivi pieni di tormento, con quel ruggito tonante che gli straziava ancora il petto.”Sei l’unico a cui potremmo affidarla”, gli mormorai “se tu non l’amassi tanto, non potrei mai sopportare questo momento. So che sei in grado di porteggerla, Jacob”.Gemette di nuovo e chinò la testa per darmi dei colpetti sulla spalla.”Lo so”, sussurrai “anch’io ti voglio tanto bene, Jake. Sarai sempre il mio testimone di nozze”.Sulla pelliccia rossastra, sotto l’occhio gli scorreva una lacrima grande quanto una palla da baseball.Edward posò il capo sulla stessa spalla dove aveva collocato Renesmee. “Addio, Jacob, fratello mio… figlio mio”