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Blaise Pascal – Frasi in lingua straniera

Tout le malheur des hommes vient d’une seule chose, qui est ne savoir pas demeurer en repos dans une chambre.Tutta l’infelicità umana viene da una sola cosa, cioè dal non sapere stare in riposo in una stanza.

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    “The truly creative mind in any field is no more than this: a human creature born abnormally, inhumanly sensitive. To him… a touch is a blow, a sound is a noise, a misfortune is a tragedy, a joy is anecstasy, a friend is a lover, a lover is a god, and failure is death. Add to this cruelly delicate organism the overpowering necessity to create, create, create, so that without the creating of music or poetry or books or buildings or something of meaning, his very breath is cut off from him. He must create, must pour out creation. By some strange, unknown, inward urgency he is not really alive unless he is creating.””La mente veramente creativa in qualsiasi campo non è altro che questo: una creatura umana nata anormalmente, inumanamente sensibile. Per lui un tocco è un colpo, un suono è un rumore, una disgrazia è una tragedia, una gioia è un’estasi, un amico è un amante, un amante è un Dio e fallimento è la morte. Aggiungere a questo organismo crudelmente delicato la prepotente necessità di creare, creare, creare, affinché senza la creazione di musica o poesia o libri o edifici o qualcosa di significato, il suo proprio respiro è tolto da lui. Egli deve creare, deve spargere creazione. Per qualche strano, sconosciuto stimolo verso se stesso egli non è veramente vivo a meno che egli stia creando.”

  • Mário Quintana – Frasi in lingua straniera

    No princípio do fimHà ruídos que não se ouvem mais:- o grito desgarrado de uma locomotiva na madrugada- os apitos dos guardas noturnos quadriculando como um mapa acidade adormecida- os barbeiros que faziam cantar no ar suas tesouras – a matraca dovendedor de cartuchos- a gaitinha do afiador de facastodos esses ruídos que apenas rompiam o silêncio.E hoje o que mais se precisa è de silêncios que interrompam o ruído.Mas que se hà de fazer?Hà muitos – a grande maioria – que jà nasceram no barulho. E nem sabem, nem notam, por que suas mentes são tão atordoadas, seus pensamentos tão confusos. Tanto que, na sua bebedeira auricular, sò conseguem entender as frases repetitivas da música pop. E, se esta nossa “civilização” não arrebentar, acabamos um dia perdendo a fala – para que falar? Para que pensar? -, ficaremos apenas no batuque: “Tan! Tan! Tan! Tan! Tan!”Al principio della fineCi sono rumori che non si sentono più:- il grido solitario di una locomotiva nell’alba;- i fischietti delle guardie notturne che squadrano come una mappa la città addormentata;- i barbieri che facevano cantare per l’aria le loro forbici;- il tric-trac del venditore di castagne;- lo zufoletto dell’affilatore di coltelli.Tutti quei rumori che appena rompevano il silenzio. E oggi quel di cui più c’è bisogno sono silenzi che interrompano il rumore.Ma che possiamo farci? Molti – la grande maggioranza – sono nati già nel frastuono. E neanche lo sanno, neanche lo notano, tanto le loro menti sono stordite, i loro pensieri confusi. Tanto che, nella loro ubriacatura auricolare, riescono solo a sentire le frasi ripetitive della musica pop. E, se questa nostra “civiltà” non esploderà prima, un giorno finiremo per perdere la favella: perché parlare? Perché pensare? Resteremo soltanto col suono dei tamburi: “Tan! Tan! Tan! Tan! Tan!”