Bruno Munari – Arte
Quando qualcuno dice:questo lo so fare anch’io,vuol direche lo sa rifarealtrimentilo avrebbe già fatto prima.
Quando qualcuno dice:questo lo so fare anch’io,vuol direche lo sa rifarealtrimentilo avrebbe già fatto prima.
I critici, come gli insetti, vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
L’arte come l’amore ha la capacità di espandere l’anima e di salvarla.
Chissà come ci resterebbe un compositore se io, a sua insaputa, cambiassi una sola nota della sua composizione senza nemmeno avere la buona coscienza di avvisarlo.Chissà come ci resterebbe un pittore se io, a sua insaputa, mi permettessi di rovinare con delle macchie di colore la sua opera d’arte.Un vero artista deve essere prima di tutto una persona onesta e capace di rispetto, se vuole meritarsi veramente il titolo di Artista.Ormai, in questo mondo la gente se ne frega, fa quello che gli pare, ciò che gli conviene, senza curarsi minimamente delle persone e della loro sensibilità.Oggi mi sento davvero profondamente delusa, mi fido ancora meno di chiunque.Ma ho imparato un’altra lezione di vita, prima di inviare una mia opera, che sia un testo o un dipinto, assicurerò il tutto rivolgendomi ad un notaio almeno per tutelare ciò che è frutto della mia creatività.Si sbaglia per ingenuità, per la fiducia che si dona alla gente, ma questa è l’epoca in cui è meglio donare sfiducia per non rimanere fregati.
Se dipingete, chiudete gli occhi e cantate.
Un’opera d’arte non è un essere vivente che cammina o corre, è la creazione di una vita che fa scaturire una reazione.Per alcuni è un miracolo della mano dell’uomo.Per alcuni è un miracolo della mente.Per qualcuno è un miracolo della tecnica.Per qualcuno conta quanto sia reale.Per qualcuno conta quanto sia trascendente.È come la Quinta Sinfonia: suggerisce un sentimento che riconosce solo chi l’ha provato almeno una volta e lo sta ricercando.Lo conosce ma vuole risentirlo.Lo conosce ma vuole rivederlo.Un’opera d’arte rivela che la natura non può fare ciò che fa l’uomo.
Disegnare controvento, sulla carta da pacchi sigillata. Inventare, con i pennarelli scarichi e la luce fioca. Improvvisare, bevendo qualche birra tra un ritmo dance anni ’90 e una sonata di Vivaldi. Vivere, aspettando la sera per mangiare un piatto di pasta e bersi un bicchiere di vino, rosso, come il sole che scende oltre l’isola della Giudecca. Grazie a chi ci segue, a chi ci vuole bene, che lotta per l’arte, che lotta con noi. Siamo artisti di strada, artisti liberi che lottano per la libertà.