Caio Giulio Cesare – Vita
Meglio vivere osando che non conoscere ne vittoria né sconfitta.
Meglio vivere osando che non conoscere ne vittoria né sconfitta.
Ho pianto per quanto sono stato bene e per quanto sono stato male in tutta questa vita.Questa vita che per fortuna ho avuto il coraggio di amare. Questa vita che mi sono preso e che ho voluto vivere fino a farla stancare al punto di desiderare un po’ di riposo, di desiderare d’addormentarmi come da piccolo sul sedile della macchina dopo essere stato dai nonni con la famiglia, stravolto per aver giovato tutto il giorno. E addormentato aspettare che mia madre mi prenda ancora una volta in braccio per portarmi finalmente a casa, dopo questa incantevole avventura.
La vita è come un fiume di umori:un giorno miti. Un giorno tesi.Tutto va. Tutto scorre,in un letto, a tratti, di vergogne.Per fortuna ci restano i ricordi.I ricordi, anche di chi non c’è mai stato.
Ogni nostro istante non è mai uguale all’altro e noi non siamo mai gli stessi da un istante all’altro, da un tempo all’altro.
La luce è una componente intrinseca del progetto e dell’oggetto architettonico, un mezzo per comunicare con le persone e con le architetture confinanti.É un vettore che misura lo spazio e il tempo, che rallenta attraverso i materiali e accellera liberandosene fino a stabilizzarsi nel vuoto.É una vera e propria superficie geometrica, con delle regole mutanti a seconda del luogo, del tempo e dell’umore.
Io credo che la fede sia un atto libero e volontario di coscienza, un sentire, provare e capire interiore. Si possono facilmente avere delle crisi di fede, ma l’Amore ci richiama, ci scuote, ci dice di avere fiducia nella Verità che si manifesta nella quotidianità attraverso lo straordinario intreccio di strade e persone che si incontrano donando gratuitamente la propria testimonianza di vita nella fede.
La vita è un tratto talmente breve della nostra esistenza che se non accettiamo e impariamo velocemente a convivere con quello che ci accade, non faremmo altro che perdere tempo prezioso a preoccuparci per quello che ancora potrebbe capitarci.