Publio Terenzio Afro – Carità
La carità comincia a casa.
La carità comincia a casa.
L’ipocrisia è legger poesia, ed evitare un mendicante per la via.
Se hai fame, non bussare alla porta del ricco.
Chi offre carità dimenticando il cuore offre, sul piatto di chi la riceve, un gesto di morte verso la sua anima, il suo corpo e la sua mente.
1] Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.[2] e se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.[3] e se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.[4] La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, [5] non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, [6] non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. [7] Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. [8] La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. [9] La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. [10] Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. [11] Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. [12] Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.[13] Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
La carità dispensa lo stato dal suo dovere sociale.Equivale a demandare al privato una missione dello Stato.
L’abnegazione, la carità, sono il più delle volte il risultato d’un difetto di vita personale.
Non buttare via le briciole…Ci sono creature che vivono anche di quelle.
Anche solo una piccola opera di bene può migliorare la vita di altri, che grazie al nostro piccolo contributo vivono meglio, e fanno vivere meglio anche noi.
Il Natale è per sempre, non soltanto per un giorno, l’amare, il condividere, il dare, non sono da mettere da parte come i campanellini, le luci e i fili d’argento in qualche scatola su uno scaffale. Il bene che fai per gli altri è bene che fai a te stesso.
Se un povero ti tende la mano cerca di essere un po’ umano.
Esiste forse qualcosa di più importante della vita?… abbiate pietà, per quelli che soffrono, per le persone che se ne vanno, che sono in cammino per un lungo viaggio verso la beatitudine… per loro non esistono i perché, non esistono le domande, non esiste la vita terrena. Cosa ci sarà di più caro della vita, se non la vita stessa?, abbiate pietà, siamo tutti di passaggio, abbiate pietà verso la sofferenza, il dolore, non abbiamo nulla da portare con noi, al nostro saluto, se non quello di lasciare un buon ricordo negli altri!.
Fare la carità al povero è la ricchezza più importante che conquistiamo.
Gli atti di generosità dei grandi uomini sono le colonne d’oro su cui si regge la speranza del mondo.
Un povero e un cane: binomio di amore, che riscaldano il cuore.
Dobbiamo imparare a considerare tutti come creature uniche e irripetibili, amate da Dio e saperci tutti fratelli.
Fare la carità è per i ricchi sinonimo di “avere la coscienza pulita”.