Carl William Brown – Società
La concorrenza è un bene perché distrugge le imprese deboli, ma anche le nazioni sono imprese e l’Italia non mi sembra poi molto forte.
La concorrenza è un bene perché distrugge le imprese deboli, ma anche le nazioni sono imprese e l’Italia non mi sembra poi molto forte.
Siamo la generazione dei futuri disoccupati, quelli che erano destinati ad esserlo fin dalla nascita. Siamo i figli di una generazione che ha caricato sulle nostre spalle un enorme debito. Siamo coloro che vedono ogni giorno svanire sogni e speranze insieme ai fondi destinati all’istruzione. Siamo noi che non possiamo pensare di avere una famiglia perché sappiamo che non avremo mai la stabilità necessaria per averne una. Tanti continueranno a dire che siamo i “giovani d’oggi”, ragazzi che non hanno né ambizioni né valori. Continueranno a dirlo, senza chiedersi mai, perché abbiamo smesso di credere in un paese che non crede più in noi.
Il fatto che le morali religiose siano molto spesso parossisticamente ridicole non significa che l’uomo non abbia bisogno di una morale sociale.
Rispondere alle domande del censimento, ai cui dettanti legge non frega altro che il numero delle stanze della tua casa, se sei coniugato o no, se hai studiato o no, e poco altro, compreso se lavori o no, e alla fine? Rendersi conto di aver perso solo del tempo prezioso aspettando di ascoltare i risultati del censimento in percentuali al Tg o leggerli sui giornali. A nessuno importa se c’è chi è senza lavoro, senza casa, senza il diritto sacrosanto di vivere la propria vita dignitosamente mentre c’è chi vive nel lusso e nello sfarzo approfittando della scusa della crisi, inventata dagli stessi che vivono nel lusso e nello sfarzo, chiedendo al popolo di pagare più tasse, che se poi sei disoccupato e non puoi pagarle dove vai a prenderli i soldi per fare campare questi ladroni? Loro che tagliando i fondi alla sanità e alla scuola, rubano, nel vero senso della parola, a chi non ha un bel niente.
Il più grande reato è l’essere gabbato. Condanna assicurata, vita rovinata.
Purtroppo ormai giudici e forze dell’ordine troppo spesso fanno paura a chi da loro dovrebbe sentirsi protetto e lasciano indifferenti quelli che invece dovrebbero temerli.
La tesi principale del mio lavoro è che dobbiamo privilegiare le relazioni piuttosto che il reddito. Oggi sappiamo che depressione, disagio mentale e solitudine sono fattori di infelicità più potenti della sola povertà.