Carlo Cabras – Vita
Nei momenti di buio mi sono sempre chiesto cosa volesse Dio da me, ma poi guardavo in alto e capivo finalmente di poter vedere le stelle.
Nei momenti di buio mi sono sempre chiesto cosa volesse Dio da me, ma poi guardavo in alto e capivo finalmente di poter vedere le stelle.
Le parole sono come noi e la nostra vita: non sciupiamole, facciamole vivere.
Dove sta la logica nel voler rispettare un patto già inesistente?
Fu cosi che infine la terra, nell’ergersi a coscienza d’esistere attraverso la forma di vita la quale s’era più evoluta, divenne pari ad altri mondi.
Mi fermavo a fantasticare sul mondo che avrei voluto vedere, e sapevo che non era impossibile, perché c’era di sicuro gente che l’avrebbe pensata come me. Lo facevo anche tra la folla, non m’importava cosa pensavano gli altri, ero realizzato se mentre guardavano stupiti il mio volto riuscivano ad intravedere come riuscivo ad essere più felice ad occhi chiusi che ad occhi aperti, ma cosa potevo farci se era così? L’immaginazione superava la realtà, ma potrei aggiungere anche che c’erano galassie intere come distanze.
Il sunto dell’intelligenza è far credere d’esser geni a degli emeriti imbecilli.
La schiettezza spesso ti mette al rogo, vengo arsa viva ogni giorno, ma tutte le volte rinasco più me stessa di prima.