Cesare Marchi – Nemico
Epigramma: componimento che con il minor numero di parole procura il maggior numero dei nemici.
Epigramma: componimento che con il minor numero di parole procura il maggior numero dei nemici.
Si arriva al punto di non ritorno quando per “forza” si vuole distruggere! Si arriva al punto di cadere e non rialzarsi più quando tutto ciò che si voleva “donare” agli altri in modo subdolo decide di tornare al mittente! E prima o poi ci torna!
Io… sono io…Nonostante le mie intenzioni siano delle miglioriogni argomentazione, seppur la più convincente,non sarà mai abbastanza per far sì che tu non mi consideri un nemico.E l’unico motivo, l’unica spiegazione a questo fatto…è la tua consapevolezza del fatto che, anche senza che io faccia nulla,non puoi competere con me…la tua consapevolezza di non essere al mio livello ti porta a temermi,nonostante io non manifesti ostilità alcuna nei tuoi confronti…funziona così… e la tua dichiarazione di guerra dinnanzi alla mia proposta d’amicizia è l’unico modo per liberarti di me… perché sai…sei pienamente consapevole del fatto, che se anche io dichiarassi le ostilità, non avresti la minima possibilità… su nessun fronte, nessun appiglio… ecco perché mi temi senza motivo… ecco perché mi odi… ecco perché mi cacci… e nonostante ciò mi faccia maleavrò comunque il premio di consolazione…Io sono migliore di te…e non è arroganza, non è superbia… è verità…e sei stato tu ad ammetterla… con il tuo comportamento e operato…In ogni caso… vinco sempre io…
Per essere cattivi in è malafede bisogna ragionare… bisogna calcolare come ferire il prossimo “dote” dell’egoista mente.
Ho una buona memoria, mi ricordo gli amici quelli veri, quelli che ho sempre avuto vicino quando ne avevo bisogno, ma mi ricordo anche tutte quelle persone che hanno avuto due facce e che mi hanno fatto del male, e quando la memoria non fallisce il perdono è difficile.
La cosa migliore da fare davanti al nemico non è combattere, ma guardarlo diritto negli occhi per poi girargli le spalle. Credetemi, è la peggior sconfitta.
Le offese gratuite sono null’altro che volgari “ragli d’asino” che non arrivano in cielo. Sono pacchi regalo che, se rifiutati, ritornano decisamente al mittente. Chi si diletta nell’offendere, mostra la propria ottusità interiore, la tara mentale e la coscienza molto sterile. Gettando sugli altri la propria frustrazione si sentono più realizzati, appagati, arrivati.