Charles Bukowski – Stati d’Animo
La storia umana avanza lentamente. Per me, m’accontento di stare alla finestra.
La storia umana avanza lentamente. Per me, m’accontento di stare alla finestra.
Cosa sarei, io pur solitario frammento, se fra brividi che arroventano il cuore non pensassi che l’amore esiste anche per me, per me che dialogo con i tuoi tentennamenti, con le tue inconcludenti fisime, con le paure di un tuo male di vivere che non riconosci appartenerti!
Vivo il mio silenzio, ascolto la mia anima, vedo la mia fragilità, sento la mia forza.
Restavamo immobili ed imponenti dinnanzi nell’osservare con stupore ed impotenza tutte le cose che avevamo e che ci venivano portate via. Non avremmo mai pretesto che i nostri sogni diventassero realtà, ci accontentavamo dell’illusione, ma qualcuno voleva privarci pure di quella. C’era chi pensava di sapere la strada dalla quale provenivamo, c’era chi pensava di sapere la nostra destinazione, ma la verità era che non provenivamo da niente di quello che dicevano e tutte le strade nelle quali volevamo dirigerci le avevano distrutte.
A volte sento il bisogno di scappare dal mondo e allora sparisco così bene, che perfino lo specchio fatica a catturare la mia immagine.
A volte c’è più presenza in un’assenza, perché occupa tutta la mente e la vedi ovunque.
Il mio “vaffanculo” è un abito senza veli. Limpido e trasparente, proprio come me.