Charles Péguy – Tempi Moderni
Quarant’anni è un’età terribile. Perché è l’età in cui diventiamo quello che siamo.
Quarant’anni è un’età terribile. Perché è l’età in cui diventiamo quello che siamo.
A volte preferisco perdere il contatto con la realtà, per far posto a quello della fantasia. Il presente inorridisce, sognare fa sperare.
Le dita sono state fatte prima della forchetta, e le mani prima dei coltelli.
Lei ha semplicemente scoperto una delle eterne regole italiane: nel settore pubblico tutto è difficile; la buona volontà è sgradita; la correttezza sospetta.
Abbiamo bisogni di sorrisi semplici e spontanei, come quelli dei bambini. Donano serenità, quella che ormai manca a buona parte della gente.
Molti si illudono che per ricchezza sia aver soldi, una bella casa, fare viaggi da sogno, essere fortunati in amore. Ma non comprendono che tutto ciò è solo un modo per vivere meglio e non pensano la vera ricchezza almeno per me è: aver qualcuno al proprio fianco che aggiusti i tuoi passi, che sminuisce i tuoi errori, e che annulli in te il desiderio di cercare nulla altro che non sia lei che ti è affianco.
Stanno ideando e realizzando l’inverosimile pur di non morire di noia. Spiace schiantare quest’illusione: la noia non hai mai ucciso nessuno. Tutt’al più “può condurre a una incidenza doppia di casi di decesso dovuti a ictus o ad attacchi cardiaci”