Chiara Libero – Tristezza
Nell’inferno della solitudine si muore.
Nell’inferno della solitudine si muore.
Ho stretto molte mani con calore, ma del mio immenso dolore solo pochi se ne sono ricordati.
La sensibilità è una preghiera di speranza, recitata da un cuore lacerato dalla sofferenza.
La lacrima scende perché si porta addosso il gran peso di un sentimento.
Sono quell’errore che neanche Dio sa correggere…
C’è tempesta sul mare.Le gocce di pioggia scendono fitte, scorrono veloci, come il rimpianto.Il cielo è grigio ed il vento è forte, freddo, tagliente.Le onde urlano la rabbia che ho nel cuore.Vorrebbero spazzare via tutto, distruggere quella scogliera, annullare quella spiaggia.Vorrebbero cancellare ogni cosa si pari loro innanzi, i ricordi, le immagini, i desideri, la speranza. Il loro è un cammino incessante, il movimento è convulso e nervoso. Nella loro corsa crescono, si alzano per poi ricadere giù in mille vortici, confusi, indistinti come i miei pensieri. Non c’è luce se non una penombra grigia che tutto avvolge. Il sale è nell’aria e rende le mie labbra amare. La corrente è violenta, subdola, invincibile. Trascina via la mia anima. La porta in fondo ad un abisso. L’abisso di una storia che non mi appartiene più.Ma il mare cambia, pian piano si calma. Le onde prima ruggenti ora diventano silenti, scivolano sulla sabbia fine lentamente, come una carezza. L’aria si fa mite e dolce, diventa limpida e serena. Di tutto quel fragore assordante non resta nulla.Non resta più nulla.
La solitudine è ascoltare il vento e non poter raccontarlo a nessuno.