Chiara Samaritani – Tempi Moderni
Sarebbe bello cambiare il tempo. Scegliere una strada diversa dalla precedente e sperare in una conclusione migliore o per lo meno differente.
Sarebbe bello cambiare il tempo. Scegliere una strada diversa dalla precedente e sperare in una conclusione migliore o per lo meno differente.
La luna è il sole dei giovani.
Più una città è immensa e più sembrano piccoli gli uomini.
Era assurdo che fosse soltanto “una” la cosa giusta da fare; la vita doveva essere molto di più che la scelta fra una sola scuola, una sola carriera, e una sola passione. La gente cambiava continuamente idea, strada, futuro, altrimenti saremmo stati ancora all’età della pietra, invece che nell’era di Twitter e dei cupcake.
L’uomo moderno ha la coscienza di “prodotto-sociale”. L’incompletezza biologica rimane istintiva e demograficamente senza senso di “appartenenza”, perché la nostra posizione nella società, basata sul consumo, si disinteressa della nostra origine e si basa solo sul “quanto-guadagno”.
Il ventennio breve. Un’epoca cominciata agli inizi degli anni Novanta, che aveva gradualmente spopolato le province, spostato masse di giovani fiduciosi in città. L’epoca del “miracolo economico”, della Ruota della Fortuna e del Gabibbo, quando sembrava ovvio poter vendere qualsiasi cosa: un progetto politico, un paio di gambe, un pezzo di truciolato spacciandolo per massello, è adesso finita e sepolta nei cartelli “fuori tutto” e “cessata attività”.
Il tempo non esiste, ma la mia realtà esiste nel tempo.