Christa Wolf – Libri
Del resto mi domando se il piacere di distruggere la vita degli altri non dipenda dal fatto che si ricava pochissimo piacere e pochissima gioia dalla propria.
Del resto mi domando se il piacere di distruggere la vita degli altri non dipenda dal fatto che si ricava pochissimo piacere e pochissima gioia dalla propria.
Il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela. Quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza.
Una ragazza vestita di bianco avanzava verso di me, pedalando lungo la strada in salita.L’alba in controluce permetteva di scorgere la sua silhouette sotto il vestito di cotone.I lunghi capelli color fieno ondeggiavano coprendole il volto.Rimasi immobile, guardandola avvicinarsi, come un imbecille durante un attacco di paralisi.La bicicletta si fermò a un paio di metri da me.I miei occhi, o la mia immaginazione, intuirono il contorno di due agili gambe che si posavano a terra.Risalii con lo sguardo il vestito che sembrava uscito da un quadro di Sorolla fino a imbattersi nei suoi occhi, di un grigio così profondo da poterci cadere dentro.Erano fissi su di me con un’espressione sarcastica.Sorrisi e feci la mia migliore faccia idiota.
Vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.
Ordine e Discordia lo avevano creato come quando si scolpisce la pietra, e da allora non avevano mai più lavorato insieme. […] Insieme, avevano fatto di lui un essere di estrema crudeltà e bellezza.E poi avevano lottato per tenerlo al proprio fianco.
Ecco il momento che ho tanto atteso. Quante volte, frugando nei ricordi, spostando pezzi dolorosi, macigni di delusioni, sono andato giù, infondo, fino a trovare quel sorriso. E ora eccolo lì, davanti a me. E lo divido con altri. Tutto ciò che era mio, solo mio. E improvvisamente mi ritrovo a correre attraverso un labirinto fatto di momenti: il nostro primo incontro, il primo bacio, la prima volta… l’esplosione impazzita del mio amore per te. E in un attimo ricordo tutto quello che non ti ho potuto dire, tutto quello che avrei tanto voluto che tusapessi, la bellezza del mio amore.
“Cathia ha il più bel culo d’Europa”. Il Rosso graffiato splende in tutta la sua sfacciataggine su una colonna del ponte di corso Francia.Vicino, un’aquila reale, scolpita tanto tempo fa, ha sicuramente visto il colpevole, ma non parlerà mai. Poco più sotto, come un piccolo aquilotto protetto dai rapaci artigli di marmo, c’è seduto lui.Capelli corti, quasi a spazzola, sfumatura dietro il collo alta come quella di un marine, un giubbotto Levi’s scuro. Il colletto tirato su, una Marlboro in bocca, i Ray-Ban agli occhi. Ha un’aria da duro, anche se non ne ha bisogno. Un sorriso bellissimo, ma sono pochi quelli che hanno avuto la fortuna di apprezzarlo.