Cirillo Vescera – Figli e bambini
Un istante prima di morire, sarò felice di continuare la mia vita, attraverso gli occhi dei miei figli.
Un istante prima di morire, sarò felice di continuare la mia vita, attraverso gli occhi dei miei figli.
Vorrei essere come quella bambina che quando cade sì piange, ma dopo poco riprende a giocare.
Sei la meraviglia che l’infinito incanta, portando l’immensità ai tuoi piedi.
Nascendo realizzi il sogno dei tuoi genitori. Vivendo realizzerai i tuoi.
È la prima parola che un bimbo pronuncia, un bisillabo in cui si cela il miracolo dell’esistenza, non esistono occhi così opachi da non brillare al cospetto di uno sguardo materno. Non si è mai troppo adulti, mai sazi d’affetto, per aver bisogno della mamma.
Il vecchio è un bambino che non sa più sognare.
La vita cominciò a germogliare nel tuo ventre, per sbaglio. Per errore perché non era amore, per sbaglio perché il tuo corpo non avrebbe dovuto annaffiare alcun fiore. Il tuo desiderio e la vita sono componenti che vincono sempre, così niente avrebbe più potuto recidere quel fiore che in te si formava. Avevi contro il corpo e la vita, gli affetti e gli sciacalli, ma di battaglia in battaglia facesti in modo che il condottiero della crociata fosti tu. L’eroe vittorioso. Avrebbe potuto non esserci se il più eroico condottiero della vita non si chiamasse “madre”. Uomo non può capire, persino può pensare travisando la realtà, che l’atto d’amore più grande dell’essere umano possa chiamarsi egoismo.