Cristina Vitellaro – Tristezza
Dovrei avere un motivo per piangere, ma maledizione, non ho idea di quale sia.
Dovrei avere un motivo per piangere, ma maledizione, non ho idea di quale sia.
Lacrime che scendono sul viso, emozionali e gonfie di dolori, si posano sul cuore. Sostano nei ricordi depositati sul fondo, mai persi e abbandonati. Sono lì in attesa, non si disperdono, e come naufraghi si tengono a galla: sofferenti maestri di vita.
L’afflizione potrebbe essere l’unica porta rimasta per avere risposte alle nostre domande e soluzioni ai nostri problemi. Ma dipende da come ce ne usiamo.
Ma io non penso alla solitudine come causa dell’amore e non penso nemmeno che sia profonda come l’amore, questo lo è molto di più. Io la solitudine la vedo come scoperta, come un arrivo. All’incontrario di tutto ciò che pensa la maggior parte delle persone, che la solitudine sia triste, io la trovo bella e piena di sfaccettature e soprattutto come una meta in cui ognuno di noi dovrebbe arrivare. Chi non conosce la bellezza della solitudine non può comprendere e conoscere la bellezza dell’amore. La solitudine è rara e saper apprezzarla è un grande passo.
Le persone sono infelici quando si identificano con un’etichetta.
Un cuore in tempesta ha bisogno di tempo per trovare pace.
Delle grandi cose che vedo non provo il minimo piacere perché so che sono meravigliose, ma non lo sento.