Daniele De Patre – Stati d’Animo
Chi sta bene con se stesso, non teme la solitudine. Lui avanza comunque.
Chi sta bene con se stesso, non teme la solitudine. Lui avanza comunque.
Siamo così bravi a “recitare” che sembriamo tutti attori di teatro. L’ultima scena terminerà, il sipario scenderà, protagonisti e pubblico torneranno a casa, tutto finirà, invece no! I più attenti sanno che ci sarà un seguito, e si stanno preparando per questa “parte”: la più importante!
La mia fragilità si è affacciata alla consapevolezza quando ho compreso di essere una persona variabile. Per anni ho vissuto sentendomi unico, insostituibile e non fraintendibile. Eppure ho incontrato una moltitudine di soggetti in grado di idealizzare la mia figura al punto di stravolgerla completamente, reinventandola dalla radice; molti si sono sbagliati, così, ad ogni mia parola, potevo vedere un attacco diretto alla persona che loro vedevano in me.La mia fragilità più grande è proprio questa: essere inesistente per come sono per me agli occhi di chi mi circonda. Perché io vivo con ogni cellula delle mie membra, eppure sofferenze e gioie possono non arrivare agli occhi degli altri, così come le mie parole rischiano di mutare durante il tragitto.
Il susseguirsi degli attimi che precedono la nuova prima “luce”, sono continuamente oscuri, allora vivi il buio, poi festeggia…
La gente era sempre interessante da principio. Poi, lentamente ma inesorabilmente, spuntavano i difetti e la pazzia. Io significavo sempre meno per loro, loro significavano sempre meno per me.
Tutto finisce. Prima o dopo tutto termina. Terminano i legami che avevamo scelto come “Indissolubili”. Terminano le domande, anche quelle che ci hanno uccisi perché prive di risposta. Terminano le paure, anche le più assurde e le più profonde. Termina la pazienza, anche quella che avevi custodito con cura per non perderla. Termini “tu” semplicemente perché dopo mille delusioni si cambia.
La mancanza si cura solo con la presenza.