Daniele De Patre – Tempi Moderni
Una volta sorridere era normale. Oggi se lo fai sei scemo.
Una volta sorridere era normale. Oggi se lo fai sei scemo.
Ho l’anima antica. Non amo il cellulare, i messaggi. Ma guardare gli occhi, respirarne l’anima di ogni singola parole. Adoro il muovere lento delle mani e il profumo della carta intrisa di inchiostro. Le case in cui si impasta ancora il pane così come a farci l’amore. Amo i cavalli e quel modo tutto loro di muoversi, come sempre in attesa di un appuntamento; e quell’idea di libertà che ti donano sempre, anche dietro un misero recinto. Amo i fiori e le parole dolci, le canzoni e le dediche. Amo chi mi fa arrossire, ma il complimento deve esser garbato. E non dimentico. Ricordo a lungo. Ricordo per sempre.
Non cerchiamo il tanto: partiremmo male.
Va bene! Ma a parte le fognature, vino, medicina, istruzione, asini pubblici in orario, ordine pubblico, irrigazione, strade, spiagge libere non inquinate, bilancio dei pagamenti in attivo che cosa hanno fatto i Romani per noi?
Ci sentiamo potenti, forti, sicuri. Poveri illusi! Come foglie al vento, basta una minima folata, ed ecco paura, incertezza, confusione, vuoto. Riconoscerlo è già qualcosa: l’inizio!
Lui ci è sempre vicino. Siamo noi che troppe volte lo evitiamo, siamo noi che spesso non lo percepiamo, siamo noi tante volte a non restare in silenzio per ascoltarlo. Allora più attenzione, perché Lui c’è sempre!
Siamo indietro nei conteggi: ancora, non sappiamo bene quante siano le donne, iniziando dalla cima della lista.