Daniele De Patre – Vita
La vita mi ha “chiesto” qualcosa: non è nulla in confronto al “tutto” avuto da Dio.
La vita mi ha “chiesto” qualcosa: non è nulla in confronto al “tutto” avuto da Dio.
E tra botti e scoppi è arrivato un altro anno. Ho bevuto per dimenticare per una sera tutto il male che ho provato durante quest’anno, volevo che per una sera la malinconia si allontanasse da me. Ho bevuto per dimenticare non per cercare di essere migliore. La mezzanotte se n’è andata e con lei anche l’effetto dell’alcol è svanito e mi sono ritrovata da sola seduta su una panchina a fissare un cielo buio a sprazzi coperto dai lampi dei fuochi pensando a te. Scendevano le lacrime e mentre tutti festeggiavano l’arrivo di un nuovo anno io mi sentivo svuotata. Ero la persona più triste del mondo perché sapevo di dover affrontare un altro anno senza di te come tutti i prossimi avvenire.
Non siamo più dei ragazzini, scegliamo noi. Non importa se la scelta sarà quella sbagliata, dobbiamo farla noi.
A volte sei deriso dalla gente, ma loro non sanno che anche l’ignorante, il male istruito dona emozioni, le sue parole sono petali che vengono giù da un fiore prezioso; Il cuore, esso non ha bisogno di scuole, narra l’amore senza essere errore.
Non adoro né il freddo, né il caldo, ma il caldo nel freddo e il freddo nel caldo.
Le panchine custodiscono sogni e speranze, ascoltano segreti che mai si confesserebbero ad altri, accolgono e ospitano tutte le persone che si fermano presso di loro, sono romantico rifugio per gli innamorati, sono allegro ritrovo per bambini e adolescenti, sono confortevoli sedute per gli anziani.
Chi è debole e forzatamente deve assumersi delle responsabilità, faccia della cautela la sua miglior corazza.