Davide Capelli – Morte
La differenza tra me e un impiccato è solo che i miei piedi, per ora, appoggiano ancora a terra.
La differenza tra me e un impiccato è solo che i miei piedi, per ora, appoggiano ancora a terra.
Tentiamo di vivere in modo tale che anche il becchino, alla nostra morte, ne sia addolorato.
Vorrei per gioco strapparmi il cuore, e cogliere in quel lungo e intenso attimo l’essenza di quel dolore, che a volte si prova per un’amore perduto o ancora peggio per un amico deceduto. Per l’emozioni vissute che sembran sbiadite dal tempo tiranno che l’ha logorate, ma mai cancellate. Sfoglio nel diario dei ricordi, trovo gli amici che avevo, l’incontro oggi in un triste mutismo, ma mamma mia allora quanto ridevo, un lacrima inumidisce il mio viso, che con il mio cuore i ricordi aveva sfogliato, per trovare un amico ormai sopito in un sonno eterno e nel marmo scolpito.
La morte e le tasse sono inevitabili.
Una buona birra mi toglie la nebbia dalla mente e mi aiuta ad entrare in…
Coloro che si lamentano della vita, che mai direbbero della morte?
E se neppure la morte ponesse fine al peggio?