Davide Trezzi – Solidarietà
È come far passare un pedone che sta attraversando sulle strisce: non lo si fa perché si è gentili, ma perché si spera che un giorno, qualcuno, farà lo stesso con te.
È come far passare un pedone che sta attraversando sulle strisce: non lo si fa perché si è gentili, ma perché si spera che un giorno, qualcuno, farà lo stesso con te.
Avere un cervello è come possedere una macchina, se non la sai guidare non vai da nessuna parte.
Il mio desiderio è rendere felice chi non lo è. La mia speranza è sentire il mio cuore colmo di emozione. E quando so di aver fatto le cose giuste, dirette al cuore, di aver dato prima di ricevere, non posso essere che soddisfatto e felice.
La vera disabilità è quella dell’anima che non comprende…Quella dell’occhio che non vede i sentimenti…Quella dell’orecchio che non sente le richieste d’aiuto…Solitamente, il vero disabile è colui che, additando gli altri, ignora di esserlo.
È un attimo, un respiro un alito di vento, come dargli un nome è un a sensazione che ti porti dentro, è la certezza di un domani migliore, la consapevolezza di aver dato il meglio.
Non basta un dir solo grazie, per avermi resto questa vitameno faticosa da viverla. Questa strada di vita è sta come una strada disastrata, e tu hai fatto in modo che io non inciampassi troppe volte e hai attenuato le mie cadute quando cadevo, e io non posso dirti che grazie, anche se non è sufficiente per il bene che hai fatto a me,ma posso dirti grazie che tu esista
Dalla competizione alla condivisione.