Giorgio De Luca – Destino
La vecchia campana grida la sua disperazione.
La vecchia campana grida la sua disperazione.
Ognuno di noi dovrebbe essere libero di scegliere quando e come proseguire il proprio “cammino”, ma la verità è che, se non la vita, c’è sempre qualcuno, o qualcosa, che poi decide per noi.
C’è e ci deve essere sempre un punto di riferimento dove potersi indirizzare nel nostro cammino, si dovrà sempre avere nel cuore e nella mente quel punto chiamato “direzione futuro” dove andare.
Lascia che la vita faccia il suo corso, lascia che la vita plasmi il tuo futuro. Nessuno è artefice della propria, se non il tempo e il destino. Lascia che la vita faccia il suo lavoro, il tempo è galantuomo e ti darà ciò che meriti.
Non si può aspettare la fortuna seduti, bisogna alzarsi e darle una mano.
Il destino di una persona non è scritta in nessun libro, siamo noi a costruirlo come vogliamo.
C’è un orologio che regola il tempo? Lo vorrei trovare per fermarmi al giorno prima.
Chi nel passato ha seminato scarsamente non può pretendere dal suo prossimo di razzolare a sproposito nel suo raccolto.
Chi è forte cammina da solo, non ha bisogno di nessun sostegno. Guarderà avanti per affrontare la strada e guarderà l’orizzonte per non perdersi mai.
Non voglio essere prigioniera del tempo, voglio che il tempo sia il mio custode.
La vita sa sorprenderti, come a dirti di non chiuderti nel tuo mondo, ma di aprirti e lasciare che tutto accada.
Alcuni vivono molte vite e altri neppure una. Dipende se cammini oppure resti fermo.
Solo il tempo sa, solo il tempo può far luce a certe domande. Forse per svelarsi aspetta solo che siamo pronti ad accettare le risposte.
Mutiamo tutti, da un giorno all’altro, per lente e inconsapevoli evoluzioni, vinti da quella legge ineluttabile del tempo che oggi finisce di cancellare ciò che ieri aveva scritto nelle misteriose tavole del cuore umano.
Non voglio un altro passato, voglio questo futuro.
Ci sono probabilità pari a zero in taluni casi della nostra esistenza.
Quanti treni guardiamo passare impassibili e non sapremo mai dove avrebbero potuto condurci. Continuiamo semplicemente a mentire a noi stessi, ripetendoci che non erano quelli giusti, invece di ammettere, che al momento del loro passaggio, noi non avevamo il coraggio di salirci sopra.