Anna De Santis – Destino
Ho visto negli occhi lacrimedi gente orgogliosa,nel loro immenso dolore dignitosa,senza inutili parole,hanno lasciato il cuorequella polvere ha seppellito i corpidal terribile mostro sepolti e morti.
Ho visto negli occhi lacrimedi gente orgogliosa,nel loro immenso dolore dignitosa,senza inutili parole,hanno lasciato il cuorequella polvere ha seppellito i corpidal terribile mostro sepolti e morti.
Può forse essere vero quello che va contro millenni di oppressioni, realtà nascosta e ipocrisia difesa con ogni altrui vita, e che il delitto spiega; l’oscenità degli angeli bianchi e gli angeli neri, furiose belve assassine dietro la maschera che rappresenta la vera forma e le vere intenzioni del Padrone, è l’unica cosa che svolge la storia del Mondo. Nell’ingordigia della Razza divina che l’ingannatore mandato sulla terra già cercò di costruire, sta tutto il male che odia e agisce nascostamente, e tutto vuole. La scaltrezza certo aiuta Dio, suo figlio e i suoi angeli, essendo probabilmente forme di vita più evolute. Ma questa volta… non è che sia diverso? Il limite di quello che dopotutto è una creatura (e sempre resterà tale), non è forse un male più grande di lui perpetrato da lui stesso? Non sono forse le conseguenze che già superano la materia, che quest’essere chiamato “Dio” ha cercato di scavalcare con il male, l’abuso, l’ipocrisia? Da creatura a creatura: non è questa volta un sopruso che ti sovrasta, sottilmente ingestibile nel tempo che perderà ogni vita nelle vane angherie senza rimedio?
Cosa succederàquando il mondo si sveglieràe capirà che il nemico più grandeè colui che, con la scusa del progresso,lo sta distruggendo…L’uomo.
Se tutti noi ogni mattina ci ricordassimo che dobbiamo morire saremmo più buoni.
Ognuno è quello che vuole!
Tutto esiste nella misura in cui riusciamo a coglierlo.Ed è così. Il Destino esiste.Esiste il momento in cui tutti gli attimi coincidono e ci donano l’opportunità di realizzare i nostri sogni più belli e più a lungo attesi.Voglio crederci.
“Io non ti consiglio né l’una né l’altra cosa. Non sono un consigliere. Potresti apprendere qualcosa, e le immagini, siano belle o funeste, potrebbero esserti utili, ma anche nefaste. Vedere è al tempo stesso un bene e un pericolo.”
Sapere oltrepassare il dolore e la mancanza, e come sapere volare… libero di andarsene a toccare ogni orizzonti… libero di volare dove c’è luce dove c’è spazio e colore per potere essere felice come un bambino.
Soli, io e te,Teneri baci pieni d’amore, abbraccipoi all’improvviso tutto si ferma…La favola si trasforma in un incubo…Dal buio, due, forse più animali selvaggimascherati da “uomini” ci separano,picchiano, distruggono tutto,…L’anima, la voglia di vivere, i sogni…Tutto scompare, tutto viene cancellatoda quell’onda di selvaggia cattiveria…Alla fine di quell’incubo resterà una feritatroppo profonda da rimarginare.E voi “uomini” capaci di tutto questo…cosa vi resterà? E ai vostri figli…Cosa racconterete?…
La tua follia è ben più grave della mia.
La via giusta nessuno sa come finisce.La via sbagliata sì.Prima o poi finisce male.
Fortuna, buona notte, sorridi ancora una volta, fai girare la tua ruota.
Molto del destino di ciascuno dipende da una domanda, una richiesta che un giorno qualcuno, una persona cara o uno sconosciuto, rivolge: d’improvviso uno riconosce di aspettare da tempo quella interrogazione, forse anche banale ma che in lui risuona come un annuncio, e sa che proverà a rispondere ad essa con tutta la vita.
Morire per passione? Sì!Morire spenti dal Destino? Sì!Morire sorpresi dalla fatalità? Sì!Morire, anche vivendo, per essersi arresi… Mai!
Sì, una desolata panchina accoglie avidamente il mio corpo come a voler sottrarre il calore che lo ha invaso e non accarezzato… il piacere di una sigaretta, illusione di diletto, cerco di sfuggire dai punzecchi della pioggia che, agile e prepotente schiva le fronde di un triste pino.Mi sono chiesto da sempre perché funesto appare il luogo dei pini, forse a voler celare il vento che, sempre sfigura ogni tormento, ma in paradiso non c’è condizione se non l’umana commiserazione di buoni e cattivi lì giunti per miseri destini.
C’è un sottile filo che viene percorso da tutte le nostre emozioni. Noi siamo agli estremi e inizialmente ne curiamo il suono e le note. Avviene che non ascoltiamo più la melodia che esso diffonde e per non cura, lo tiriamo forte, a volerlo spezzare e lo lasciamo scucire senza rammendarne lo strappo.
La vita è appesa ad un “filo” che può essere la “speranza” o la lotta per la “sopravvivenza”.