Domenica Borghese – Poesia
Non scrivo parole e non dipingo forme e colori per piacere alle persone né per farmi dire brava; condivido emozioni, questo è tutto.
Non scrivo parole e non dipingo forme e colori per piacere alle persone né per farmi dire brava; condivido emozioni, questo è tutto.
La poesia, nostra amante cara e sensuale, a volte si vendica e così sentiamo la necessità di scrivere, di mettere su carta il peso del sentire.
Il futuro ha bisogno di persone umili e oneste, rispettose ed educate per potersi fidare e arrivare a realizzare un vero cambiamento. Abbiamo necessità di persone come quelle che ho descritto sopra, tutta questa “snobbità”, passatemi il termine, sta rovinando il mondo, quell’io che tutto vuole e tutto toglie, il fatto che non si dialoga ma si cercano “filtri” perché ci si pone al di sopra degli altri, è una cosa che non sopporto e non supporto.
Il poeta vive nel mondo “reale”. Lo si teme perché mette l’uomo col naso nelle sue caccole. L’idealismo umano cede di fronte alla sua probità, alla sua inattualità (la vera attualità), al suo realismo che la gente considera pessimismo, al suo ordine che chiama anarchia. Il poeta è antiprotocollare. Si è creduto per molto tempo che fosse il capo del protocollo della inesattezza. Il giorno in cui il pubblico ha capito quello che era veramente, lo ha temuto.
Ah, la forza della fede, ti fa vivere oltre tutto. Ogni problema diventa come sollevare una piuma e ogni offesa ricevuta come polvere nel vento. Sola o accompagnata, io vado avanti perché credo nel fine, non nella fine.
Non piacciono a lungo né vivono le poesie scritte da chi beve solo acqua.
Dacci le tue fiamme, la poesia di fuoco che marcò tiranni, traditori e lacché.