Don Luigi Guglielmoni – Vita
Padre ti prego aiutami ad accettare i miei limiti, a saper gioire per le vittorie dei miei amici.Fà che non dimentichi mai che ci sono altri traguardi nella vita…
Padre ti prego aiutami ad accettare i miei limiti, a saper gioire per le vittorie dei miei amici.Fà che non dimentichi mai che ci sono altri traguardi nella vita…
Perché si può anche alzare gli occhi al cielo, guardare le stelle ed avere gli occhi e il cuore pieni di lacrime. Perché si può anche decidere di morire, per una vita che non ci merita, senza pensare a chi, per quella vita ha lottato e pianto.
Io sono quello che gli altri vorrebbero essere, arrivando al limite senza saltare gli ostacoli ma aggirandoli.
Il Distruttore, figlio del dio Sole, si mise in cerca un giorno di quattro streghe, perché voleva ucciderle.La prima che incontrò tremava e si torceva al suo cospetto, però non di paura. Freddo era il suo nome. “Se tu mi uccidi” disse “il caldo regnerà e il grano non potrà crescere senz’acqua che lo bagni.”Il Distruttore disse: “Vecchia hai ragione, io non ti ucciderò”.Fame era la seconda, ella così parlò: “Se tu mi uccidi il cibo verrà a noia alla tua gente”. Ed egli disse: “E vero, la gioia di ogni festa sparirebbe con te. Io non ti ucciderò”.La terza era Povertà. “Uccidimi” ella disse sono così infelice! Però sappi che morta io mai più i vestiti potranno consumarsi e la tua gente non avrà più il sapore delle cose nuove.Ed egli disse: “È vero, la mia gente gode degli abiti nuovi. Non ti ucciderò”.L’ultima strega, la più vecchia e curva, disse: “Se tu mi uccidi, la Gente non morirà mai più, né nuovi bambini nasceranno, al mondo sarà un popolo di vecchi.Lasciami andare e la Gente crescerà, giovani forti prenderanno il posto dei vecchi che prenderò per mano.Sono la Morte, amica non compresa della Gente.””Nemmeno te posso uccidere” concluse il Distruttore.È così che Morte, Miseria, Fame e Freddo, vivono tra di noi.Il figlio del Sole, tornato dal suo viaggio, spiegò a tutti quanti queste cose.
L’elemento recondito e dannoso di un io tutt’ora quasi sconosciuto e difficile da modellare al contesto sociale attuale.
Basta poco perché un giorno qualunque diventi un giorno meraviglioso.
Amo le consolazioni della carne e non posso soffrire i vigliacchi che le chiamano debolezze.