Donato Carrisi – Morte
Se non sarà fermato, non si fermerà. Non esistono indizi, ma segni. Non esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l’inizio di un racconto.
Se non sarà fermato, non si fermerà. Non esistono indizi, ma segni. Non esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l’inizio di un racconto.
Ricordo mio nonno, un contadino: quando gli chiedevo “Cosa fai, nonno?”, rispondeva “aspetto la morte”. Per me non era mai una risposta tragica perché per lui aspettare la morte significava attrezzarsi, nell’ultima parte della vita, ad affrontarla con tutte le armi dell’uomo (lo scherno, l’ironia, la tristezza, l’amicizia, l’amore), ma mai ad esorcizzarla. Noi invece la dobbiamo esorcizzare con i nostri “gesti segreti” perché crediamo solo nei fatti. E di fronte al “fatto della morte”, che non si può controllare perché si è “assenti” nei riguardi di esso, possiamo solo fare scongiuri o “dare i numeri”.
Il tramonto ha un colore spento, solo per chi è arrivato al suo di Tramonto.
Anche la morte aveva un cuore ma nessuno, per quanto fosse buio il suo destino, ha mai teso una mano.
Morire in dignità è amare la vita.
Non posso far niente per farti sentir meglio. Questo è il guaio di perdere qualcuno che si ama. Non ci sono parole che possano rimpiazzarlo. Non ci sono lacrime che possano riempire l’enorme vuoto che senti dentro di te. Alcuni ti diranno che il tempo ti curerà, che con il passare dei giorni il dolore si attenuerà. Ma io non te lo dirò, perché non credo sia vero. Impariamo a convivere con il dolore, a tollerarlo in modo che ci permetta di continuare la nostra esistenza, ma nulla lo fa scomparire. E nessun altro riesce veramente a capire quel che provi. Per quanto ti voglia bene, sei sola con la tua tristezza.
La nostra morte non è qualcosa che succede a noi ma solo agli altri. Anche se gli altri diranno che sei morto tu non puoi dir loro che non lo sei.