Edward Everett Hale – Destino
Io sono soltanto uno. Non posso fare tutto, ma questo non mi fermerà dal fare quel poco che posso.
Io sono soltanto uno. Non posso fare tutto, ma questo non mi fermerà dal fare quel poco che posso.
Sono la rabbia, la forza e l’amore a scagliarti contro il destino. Può consigliarti una strada o fartene conoscere alcune ma sei tu che scegli dove mettere i piedi. E se non ti va di fare un passo più in là puoi sempre pestare i piedi e morire.
Il vissuto è nel segno del passato e reclama la sua presenza nel presente. A volte ci perseguita. Dobbiamo affrontarlo a viso aperto squarciando l’ombra che è in noi. Incontrarlo senza rimpianti. Recuperare il passato al presente in un amalgama che ci consenta la contemplazione dell’essenziale.
La vera domanda è… che cos’è il destino?È leggere il suo nome, o vedere cose che te lo ricordano quando cerchi di dimenticarlo?È sentire una frase che ti ha detto che ti fa pensare a lui?È trovarlo in giro quando ti eri detta di uscire per pensare ad altro?È… magia?
Il caos lavora nascosto sotto la pelle della vita, fino a trovarne un nervo scoperto e lì scatenare tutta la carica accumulata durante la sua latenza. D’un tratto, senza preavviso. Ciò che c’era prima appare come un sogno, quel che verrà poi è la realtà d’un sogno mai immaginato prima.
La vita che non si comprende la chiamiamo destino, ma ci costruisce una cornice vuota in cui noi siamo gli unici artefici nel dipingere il nostro capolavoro.
Si troverà un’ombra per il mio corpo, buon allevatore di bruchi cui il destino avrà lasciato un pensiero che si consumerà tra i temporali o le onde alte dei mari rimasti all’innocenza dell’ultimo sognatore.