Eleonora Mazzini – Nemico
Vorrei che le persone a cui non ho fatto niente non ce l’avessero con me, e che quelle a cui ho fatto qualcosa mi perdonassero. Soprattutto la prima: almeno la metà di quelle a cui ho fatto qualcosa mi stanno antipatiche.
Vorrei che le persone a cui non ho fatto niente non ce l’avessero con me, e che quelle a cui ho fatto qualcosa mi perdonassero. Soprattutto la prima: almeno la metà di quelle a cui ho fatto qualcosa mi stanno antipatiche.
I conflitti gravi non sono quelli fra due popoli, ma tra un individuo e se stesso.
Non mi interessano le parole della gente, non m’interessano i loro giudizi, non mi interessano le persone che sanno solo aprire la bocca per darle aria, diciamo che non mi interessano le cose inutili, preferisco soffermarmi su ciò che ha un senso e queste persone non ce l’hanno.
A volte capita di essere invidiosi. Di qualcuno, di qualcuno che ha qualcosa che te non hai, di qualcuno che ha fatto qualcosa che tu ancora non sei riuscito a fare. Succede, siamo terribilmente umani. Con quell’invidia puoi fare due cose: lasciare che ti mangi dentro, che porti a gioire in modo malsano quando l’altro fallisce e che contagi il tuo modo di essere, facendoti vivere come quelle tante persone ridicole e frustrate che passano il loro tempo a parlare male del prossimo e a cercare modi creativi per far parlare male del prossimo. Oppure puoi capire di cosa sei invidioso, imparare dalle persone di cui sei invidioso e arrivare più in alto di dove sono arrivate loro, perché hai deciso di essere migliore. Invece di aspettare che gli altri falliscano per scendere dove sei tu.
La meraviglia altro non è che la capacità di cogliere un sorriso.
Il Nemico non è peggiore dell’amico che lo diventa.
Ho sofferto a causa dell’invidia che qualcuno ha coltivato verso di me, fino a quando non ho letto un aforisma di Khalil Gibran: “l’invidioso mi loda senza saperlo”.