Elia Trabalza – Vita
La vita è strana, si vive per morire.
La vita è strana, si vive per morire.
Forse in qual stato, in qual forma che sia, è funesto a chi nacque il dì Natale.
La vita è diventata uno spettacolo dove noi siamo gli spettatori… e dobbiamo anche pagare il biglietto.
Non mi abituerò mai agli abbracci prima di salire sul treno, ai sorrisi che in un minuto se ne vanno ma che ricordi per sempre, agli amici che ti giurano di esserci e poi scompaiono d’improvviso, al pianto che fa sciogliere il mascara, alla vita che mi frega così, da un momento all’altro, quando meno me l’aspetto, quando meno lo voglio.
La vita ci insegna l’umiltà, ponendo limiti al nostro percorso e sfidandoci ad andare oltre, ma mai oltre i confini del nostro essere. Perché c’è sempre un “di più” che non ci appartiene e non ci rappresenta e, nel volerlo possedere ad ogni costo (anche con mezzi ed azioni indegne), si cade nella presunzione, precipitando nella volgarità della superbia. L’essenziale si cela nelle cose più semplici, e nella semplicità credo si viva decisamente meglio.
Non esiste religione nella quale la vita di tutti i giorni non sia considerata una prigione; non c’è una filosofia o una ideologia che non pensa che viviamo in un mondo di alienazione.
Essere single vuol dire godersi la vita da solo o con più persone, essere impegnati vuol dire condividere la vita con una persona e godersela.