Émile Michel Cioran – Morte
Un tempo, davanti a un morto, mi chiedevo: “A che gli é servito nascere?”. Ora mi faccio la stessa domanda davanti a ogni vivo.
Un tempo, davanti a un morto, mi chiedevo: “A che gli é servito nascere?”. Ora mi faccio la stessa domanda davanti a ogni vivo.
La morte non la si augura a nessuno, io invece, sono bastarda e realista, e la morte la auguro, a chi se la merita.
Accade tutto in un attimo, il tempo suona la mia ritirata cancellando dal mondo il mio fiato. Ti lascio niente, solo pagine accartocciate, fogli sporcati dall’inchiostro del mio cuore, versi di un’anima lasciati cadere lungo il cammino, che il vento sbatacchia contro le porte dell’infinito, ma nessuno le lascerà entrare, perché loro, non fanno rumore.
Quando si scorge la fine nel principio si va più in fretta del tempo. L’illuminazione, delusione folgorante, dispensa una certezza che trasforma il disingannato in liberato.
L’inutilità dell’orologio è palese. Quando sarà la tua ora lo saprai senza guardarlo.
Morire è quando acquisisci la consapevolezza che niente e nessuno può più riempire il vuoto che ti porti dentro.
La cosa che più mi diverte è che un giorno, tutto ciò che resterà di me, saranno queste parole scritte nel vento.