Emilio Rega – Accontentarsi
La dannazione di pretender proprio da chi più dà.
La dannazione di pretender proprio da chi più dà.
Contemplare la vita non basta. Se fosse il mare, se le sue onde fossero come…
Ne uccide più l’indifferenza che la spada.
Io non cerco niente. Prendo semplicemente tutto il bello che arriva.
Finché potrò aprirle e guardarne il delicato ricamo, finché potrò intrecciarle, giungerle, farle volare sopra ogni genere di adempimento, veloci e meccaniche, o lente e precise, incerte o sicure, snelle, nervose, tamburellanti, leggere… io potrò dire di avere una fortuna al mondo: Le mie mani.
“Accontentati” ma perché devo farlo? Se decido di accontentarmi sminuisco la mia persona, vuol dire che valgo poco, quindi merito il niente… io non lo voglio il niente, io voglio il “tutto” o perlomeno quello che merito, quello che desidero, quello per cui lotto tutti i santi giorni, sono nata senza chiederlo, posso almeno vivere come voglio? Io non ci trovo nulla di sbagliato a non accontentarsi, viviamo in un epoca dove le principesse sposano gli operai e baciano i rospi, dove i cani si innamorano dei gatti e i topi col gatto ci vanno a nozze, e dovrei accontentarmi io? Non se ne parla!
Dicono “Chi si accontenta gode”.A volte mi chiedo se non sia solo una formula di auto-convincimento.