Enrico De Santis – Abitudine
Caffè, compagno di solitudine, dolce o amaro ossequio all’abitudine.
Caffè, compagno di solitudine, dolce o amaro ossequio all’abitudine.
Esiliata lontano da lei, dolce rassicurante amante della lenta vita che scorre. Fiore da aprire, ma mai con sorpresa, il suo odore addormenta ma non inebria. Se tornasse nei miei giorni, forse mi sentirei a casa, ritroverei il viso a cui regalare un sorriso. Rimpiango un’azione prevedibile, un abbraccio conosciuto sin troppo bene. Il tempo mi allontana da questo stato e lamento la sua mancanza come una vedova che in cuor suo sa bene che il tempo non cura ma squarcia forte la sua ferita immortale.
Non era stronza, era solo troppo orgogliosa per ammettere che faceva troppo male.
L’ordine non va fatto ma cercato.
Se non si è pronti a sentire determinate cose, bisognerebbe smettere di chiedere.
Bisogna essere flessibili per crescere, le abitudini ci imprigionano come piante dentro i vasi.
Sempre cambierà, mai… cambierò.