Enrico De Santis – Cucina
Caffè, compagno di solitudine, dolce o amaro ossequio all’abitudine.
Caffè, compagno di solitudine, dolce o amaro ossequio all’abitudine.
A Trastevere io sono Nannarella, quella vera, sboccata e trasandata. Tra gli aromi e i sapori delle trattorie trovo il mio duplice volto, in perenne altalena tra le lacrime inconsolabili e le risate irrefrenabili.
Il pesce azzurro tiene il cuore al sicuro.
Giocare con il cibo è il vizio di chi è sazio.
Sapevi d’un sapore buono. Di quei dolci coperti di zucchero, di quelle fette stracolme di marmellata.Di quelle torte spesse al cioccolato. Avevi un sapore che bisognava imparare a gustare. Con calma e fino in fondo. Sapevi di dolce. Sapevi d’amore.
Spesso chi è un buongustaio in cucina lo sarà anche in amore, perché l’appetito del cibo e del sesso ha le stesse sfumature.
Non mangio mai ostriche. Il cibo mi piace morto. Non malato, né ferito, morto.