Fabio Piscicelli – Guerra & Pace
Tutte le azioni hanno padri orgogliosi, ma molte conseguenze restano improvvisamente orfane.
Tutte le azioni hanno padri orgogliosi, ma molte conseguenze restano improvvisamente orfane.
Dopo millenni di odi e di guerre per lo meno dovremmo avere imparato questo: che il dolore non ha bandiera.
Basta con la “carneficina”, Israele, altrimenti non solo Gaza, ma pure il resto del mondo non potrà far altro che odiarti da morire!
Non si tratta di stabilire se la guerra sia legittima o se, invece, non lo sia. La vittoria non è possibile. La guerra non è fatta per essere vinta, è fatta per non finire mai.Una società gerarchica è possibile solo se si basa su povertà e ignoranza. Questa nuova giustificazione della guerra attiene al passato, ma il passato, non può essere che uno e uno soltanto.Di norma lo sforzo bellico persegue sempre lo scopo di tenere la società al limite della sopravvivenza.La guerra viene combattuta dalla classe dominante contro le classi subalterne e non ha per oggetto la vittoria sull’Eurasia o sull’Asia orientale, ma la conservazione dell’ordinamento sociale.
Combattere per morire.
Giovinezza mal s’accorda con saviezza e non dà retta che a volontà.
Il nostro sogno è di percorrere in autostop quei paesi che sono stati sconvolti da guerre recenti e non sempre completamente sedate, un viaggio un po’ ardito, lo so, quello di due bellissime spose vestite per un matrimonio. Un matrimonio che forse è già avvenuto e che forse non avverrà, o che forse è rappresentato dal viaggio stesso.