Fabio Privitera – Stati d’Animo
Tanto meglio fare ciò di cui ci si potrebbe pentire, se ciò che si fa di solito non muove alcun fremito sulla pelle.
Tanto meglio fare ciò di cui ci si potrebbe pentire, se ciò che si fa di solito non muove alcun fremito sulla pelle.
Voi ragazze belle e magre non potete capire. Non potete capire cosa si prova a essere brutte, inferiori a tutti, delle perdenti. Non potete capire cosa vuol dire piangere davanti allo specchio, odiarsi, vedere ragazze belle, sopratutto amiche belle. Non potete capire cosa vuol dire: nel letto a piangere perché sei brutta in confronto alle altre. Non potete capire cosa vuol dire non dormire la notte perché sai che domani tutti ti chiameranno brutta e che fallirai nei tuoi progetti perché sei una perdente. No, voi proprio non lo potete capire.
Sono, forse, troppo trasparente. Sarà questo il motivo perché tante persone s’inciampano in me.
Anche i pagliacci smettono di ridere se durante le loro esibizioni l’entusiasmo viene a mancare, il supporto degli spettatori diventa essenziale, il sorriso rischia di trasformarsi in lacrime.
Non so gli altri, ma io al mattino quando mi chino per allacciarmi le scarpe penso: Cristo Onnipotente, e ora? La vita mi fotte, non ce la intendiamo. Devo prenderla a piccole dosi, non tutta assieme.
Abbiamo un foglio bianco su cui abbandonare le nostre percezioni e un teatrino per dare un personaggio a ciascuna delle nostre emozioni.
Ho sempre pensato che i collezionisti avessero un aspetto ossessivo, malato, come se la mancanza di qualcosa li costringesse a fare mucchio di altro per sopperire alla scarsezza. Si collezionano le farfalle, le monete, i francobolli, gli orologi ed ogni genere di cosa esistente, ma mi costerna profondamente il collezionista di persone; cosa ne collezioni non saprei, se i nomi, i volti, i corpi, le storie di vita, i sentimenti o i loro cuori spezzati ed abbandonati nell’urgenza di arricchire la collezione.