Fabio Volo – Stati d’Animo
All’improvviso mi rendo conto che sono pieno di quello che ho vissuto, ma che in mano non ho niente. Nasce dentro di me, in questo istante, il pensiero che Michela non sia mai esistita.
All’improvviso mi rendo conto che sono pieno di quello che ho vissuto, ma che in mano non ho niente. Nasce dentro di me, in questo istante, il pensiero che Michela non sia mai esistita.
La mia idea di “io” è più importante del tuo pensiero di me.
Questa incompletezza è tutto ciò che abbiamo.
Odio da sempre le etichette dei maglioni perché mi irritano la pelle, figurati quelle della gente.
Siamo tutti fatti di solitudine, mandiamo in esilio il cuore, per poi cercarlo poco prima d’un addio.
Sono stanco di voltarmi e vedere ciò che ho lasciato dietro. Voglio guardare avanti e sperare di trovare.
Questo curioso vizio di etichettare ogni cosa, di perimetrare tutto in anguste definizioni, come fossero dei mattoncini lego da riporre ordinatamente negli scatoloni. La realtà è che tu puoi definire il dolore di un femore rotto, ma non quello di un’anima dilaniata, puoi descrivere l’euforia di un attimo, ma non la felicità di una vita, puoi delineare i contorni dell’affetto, ma non tratteggiare i limiti dell’amore, puoi rappresentare un ricordo, ma non il tormento che scatena, puoi ingabbiare un puma, ma non il suo desiderio di libertà.